lunedì 27 settembre 2010

La decisione.

Non mia. Sua.



Esattamente due giorni fa ha deciso che non posso più dormire a pancia in giù comunicandomi questa sua decisione attraverso una serie di fitte all’addome nel corso della notte che non hanno fatto che rendere ancora più difficoltose le mie notti già un po’ insonni. (un po’ troppo)


Non sua. Mia


Ieri ho scoperto da una trasmissione televisiva che l’ominide ci sente benissimo da là dentro. In particolare i gorgoglii da me emessi e la mia voce. Considerando che è praticamente impossibile che io smetta di parlare ho deciso di attenuare l’attività di rutto libero. Proverò perlomeno a cambiare stile lasciando momentaneamente da parte il rutto alla barney a favore di un educato singulto digestivo.


Non mia, non sua. Nostra.


Manca solo l’albergo e la macchina da affittare e ci siamo. Il 19 partiamo per Los Angeles. Due giorni al Roosevelt hotel e girare la città e poi macchina, destinazione Las Vegas!! E la remora iniziale è del tutto superata. Nessun problema, nessuna problematica. Solo l’idea che sarà una figata nel suo essere un viaggio diverso e speciale. Sarà super, sarà il primo viaggio in tre. E sicuramente vorrà dire qualcosa anche per questo essere che coviamo dentro di me.

lunedì 20 settembre 2010

il primo buon proposito

Io che tanto adoravo l’abbigliamento sportivo tecnico che sceglievo l’ultimo modello uscito e studiato sulle performance mi trovo a Prenatal ad acquistare un costume da piscina con le pence. LA cosa mi abbatte un po’.



LA signorina prova anche a propinarmi una versione Fuxia. Il mio sguardo le fa capire che non ci siamo.


“bhè, ma lei sta bene, non è così grossa. A che mese è?”


“intorno al quarto. Diciamo quarto e qualcosa”


“Ecco c’è la sua taglia anche in nero”


Mazzata finale. Da domani corsia dei lenti in piscina.

sabato 18 settembre 2010

La lacrima facile.

Ti svegli al mattino. Ecco dovrebbe essere anche un buon risveglio, sai che andrai in “gita” con i colleghi in un bel posto.

Ti svegli al mattino vai in bagno, occhi semi chiusi mentre l’altra metà pre genitoriale dorme della grossa e quindi fai tutto in penombra e in punta di piedi.
Mattino. Bagno. Punta di piedi, nella penombra. Sei in mutande e ti accingi ad indossare i pantaloni della tuta. Ti rendi conto che fai un po’ di fatica. Diciamocelo: non ti stanno più.
Mattino. Bagno. Punta di piedi. Penombra. I pantaloni della tuta non ti stanno più.  Saltelli cercando un equilibrio (alle 7.30 a.m.) con un piede incastrato nel pantalone stretto e l’altro come unico appoggio del tuo inizio giornata. Ti rendi conto che stai saltando in una pozza d’acqua. Il bagno è allagato.  
Mattino. Bagno. Punta di piedi. Penombra. I pantaloni non ti stanno più. Saltelli in una pozza d’acqua. Bagno allagato. Ti siedi sul cesso e scoppi a piangere (forse anche perché l’immagine che generi riflessa è davvero poco edificante)
Qui il bello. Impossibile arrestare il pianto che viene alimentato costantemente e progressivamente dai pensieri più pessimistici ed esistenzial-negativi che alle 7.30 del mattino possono venire in mente ad una donna in mutande sul cesso circondata da una pozza d’acqua. Tanti. Tantissimi.
E il lavoro è una merda, non ho voglia di andare in gita, non ho niente da mettermi, sono grassa e gonfia, non ho tempo di metter lo smalto, ho la macchina in agenzia e devo prendere il taxi, è finito il latte, i gatti mi fanno gli agguati a i piedi perché vogliono le crocchette, la casa sembra un campo Rom in evacuazione,  il senso del dovere è un virus della società occidentale che affligge solo alcuni tra cui io- ma perchè? Il blackberry comincia a lampeggiare delle prime mail del mattino che saranno come al solito dei rompimenti di coglioni inenarrabili per futili motivi e ridicole richieste etc etc.  Fino alle 8.30 vengo colpita da queste  ondate di merda e pessimismo. Alle 8.30 parte il messaggio all’agenzia “arrivo lunga”.  E così inizia la giornata. Ovviamente di merda.
Adesso mi dicono che questo sia normale, che si tratti dell’effetto dell’ormone impazzito. Se è così fa brutto. Perché essere tristi fa diventare ancora più tristi e sinceramente non mi sembra il caso di essere triste anche perché sono molto felice.  Spero quindi che il sintomo sia attribuibile invece a quanto mi comunica un’amica su face book a commento del mio post di ieri  “Serata no. no. NO” (appunto). Cito il commento “‎...il problema va oltre, abbiamo tutti gli astri allineati contro il nostro segno, Robi .... fino ad ottobre”.
Cazzo. Ci mancava l’astrologia….


P.S. Questi accesi eccessi si ripropongo in particolare durante i momenti a due. Pur essendo straconvinta che ci si può impegnare ad eliminare il maggior numero di elementi scatenanti la malvagia lacrima facile, con questo post  vorrei tranquillizzare in parte anche l’altra metà pre genitoriale. Che sia l’ormone o l’allineamento malvagio degli astri, la mia trasformazione provvisoria in donna-stereotipica-piangente dovrebbe essere equivalente ad un contratto a progetto: quindi di breve durata. Massimo altri 6 mesi poi non si rinnova più. (la storia dell'assunzione è una grande fuffa. ipotesi da escludere) 

Silenzio assenso.

Come dire, si si tutto bene. Ma anche come dire: è iniziata la vita milanese, o meglio “ho ricominciato a lavorare”.



Ed eccomi fagocitata nel day by day del corri in agenzia, senti cosa il cliente ha da dire e quante cose ha da chiedere, fai una serie di riunioni di un inutilità spaventosa, vedi , provvedi, telefona, impreca, ridi, ma non disperare.


Si perché la novità è che acinoduva in quanto omino che vive in questa mia pancia in evoluzione, mi ha un po’ cambiato lo spirito. Tutto è più “si si va bene ma non muore nessuno” e anche un po’ “fai domani quello che non vuoi fare oggi” e poi “vale di più un sorriso di conforto che un minuto guadagnato”.


In compenso, pur affrontando tutto con un pochino più di positività, e rendendomi conto che così faccio anche di più e meglio, in compenso arrivo a casa letteralmente stesa. Una specie di sacco un po’ deforme che non fa a tempo ad aderire alla visione del film della serata che riprende coscienza dopo 3 ore davanti ai titoli di coda sempre con il nuovo motivo del copridivano stampato in faccia. Ecco, diciamo che l’energia del quarto mese di cui tanto mi dicevano e che ti porta a voler spaccare il mondo dalla voglia che hai di fare, a me porta a voler spaccare il materasso dalla voglia che hai di dormire. E poi, udite udite, una volta conquistato il materasso, quello vero, eccomi con gli occhi a palla, pronta ad andare a fare un paio di commissioni o due passi se solo non fossero le 2 del mattino, e poi le 3, e poi …. Comincio a capire di che pasta sarà fatto quest’ospite qui.