sabato 18 settembre 2010

La lacrima facile.

Ti svegli al mattino. Ecco dovrebbe essere anche un buon risveglio, sai che andrai in “gita” con i colleghi in un bel posto.

Ti svegli al mattino vai in bagno, occhi semi chiusi mentre l’altra metà pre genitoriale dorme della grossa e quindi fai tutto in penombra e in punta di piedi.
Mattino. Bagno. Punta di piedi, nella penombra. Sei in mutande e ti accingi ad indossare i pantaloni della tuta. Ti rendi conto che fai un po’ di fatica. Diciamocelo: non ti stanno più.
Mattino. Bagno. Punta di piedi. Penombra. I pantaloni della tuta non ti stanno più.  Saltelli cercando un equilibrio (alle 7.30 a.m.) con un piede incastrato nel pantalone stretto e l’altro come unico appoggio del tuo inizio giornata. Ti rendi conto che stai saltando in una pozza d’acqua. Il bagno è allagato.  
Mattino. Bagno. Punta di piedi. Penombra. I pantaloni non ti stanno più. Saltelli in una pozza d’acqua. Bagno allagato. Ti siedi sul cesso e scoppi a piangere (forse anche perché l’immagine che generi riflessa è davvero poco edificante)
Qui il bello. Impossibile arrestare il pianto che viene alimentato costantemente e progressivamente dai pensieri più pessimistici ed esistenzial-negativi che alle 7.30 del mattino possono venire in mente ad una donna in mutande sul cesso circondata da una pozza d’acqua. Tanti. Tantissimi.
E il lavoro è una merda, non ho voglia di andare in gita, non ho niente da mettermi, sono grassa e gonfia, non ho tempo di metter lo smalto, ho la macchina in agenzia e devo prendere il taxi, è finito il latte, i gatti mi fanno gli agguati a i piedi perché vogliono le crocchette, la casa sembra un campo Rom in evacuazione,  il senso del dovere è un virus della società occidentale che affligge solo alcuni tra cui io- ma perchè? Il blackberry comincia a lampeggiare delle prime mail del mattino che saranno come al solito dei rompimenti di coglioni inenarrabili per futili motivi e ridicole richieste etc etc.  Fino alle 8.30 vengo colpita da queste  ondate di merda e pessimismo. Alle 8.30 parte il messaggio all’agenzia “arrivo lunga”.  E così inizia la giornata. Ovviamente di merda.
Adesso mi dicono che questo sia normale, che si tratti dell’effetto dell’ormone impazzito. Se è così fa brutto. Perché essere tristi fa diventare ancora più tristi e sinceramente non mi sembra il caso di essere triste anche perché sono molto felice.  Spero quindi che il sintomo sia attribuibile invece a quanto mi comunica un’amica su face book a commento del mio post di ieri  “Serata no. no. NO” (appunto). Cito il commento “‎...il problema va oltre, abbiamo tutti gli astri allineati contro il nostro segno, Robi .... fino ad ottobre”.
Cazzo. Ci mancava l’astrologia….


P.S. Questi accesi eccessi si ripropongo in particolare durante i momenti a due. Pur essendo straconvinta che ci si può impegnare ad eliminare il maggior numero di elementi scatenanti la malvagia lacrima facile, con questo post  vorrei tranquillizzare in parte anche l’altra metà pre genitoriale. Che sia l’ormone o l’allineamento malvagio degli astri, la mia trasformazione provvisoria in donna-stereotipica-piangente dovrebbe essere equivalente ad un contratto a progetto: quindi di breve durata. Massimo altri 6 mesi poi non si rinnova più. (la storia dell'assunzione è una grande fuffa. ipotesi da escludere) 

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