sabato 12 febbraio 2011

DAY 11. Diamoci un taglio.

(titolo rubato alla genialità del copywriter che ho al mio fianco. anche per dare l'idea della sua capacità di fare ironia e di sdrammatizzare nei momenti in cui ce n'è davvero bisogno)

Acino sta così stretto li dentro che non si riesce neanche più a vedere bene. Il fatto che stia stretto significa però che è cresciuto, e, tronfio dei suoi 2,8 kg sembra dirci che resiste ancora un po' ma che fra poco vorrebbe anche vedere com'è la luce del sole.

L'incontro con il San Raffaele, con l'ecografo, con il dottore, con le assistenti, è stato più duro di quanto mi aspettassi. In realtà ci eravamo un po' disabituati al linguaggio "franco", diretto e crudo dei medici. Al loro rapportarsi con Acino e il suo "presunto problemino" in maniera esclusivamente teraupetica e medica, senza filtri emotivi, empatici o sdrammatizzanti.
L'approccio che abbiamo noi giorno per giorno è diametralmente opposto. Si basa su uno scambio di energie unico, che non necesstia di parole o definizioni, come un linguaggio solo nostro e totalmetne positivo. (In realtà si tratta di uno scambio non realmente biunivovo: io credo infatti che chi sta al mio fianco abbia questa meravigliosa e unica dote, che io non ho, di trasmettermi quella forza e quella serenità che non sarebbero sempre parte di me)

Torniamo al San Raffaele. A bomba. Ecco l'approccio.
Premetto che non cambierei FAbio, il nostro dottore, con nessuno al mondo. Premetto che rifarei tutto come l'ho fatto con lui proprio perchè è stato in grado di trasmetterci una reale copartecipazione e attenzione secondo me rara da trovare nelle circostanze che abbiamo vissuto e dovuto affrontare.
Ma e' pur sempre un dottore che ha a che fare con tragedie ben più gravi delle nostre e che fa il suo lavoro.

Quindi in 5 minuti ci ha detto che:
- ha continuato a studiare il nostro caso in questo periodo, la letteratura di riferimento, le nostre analisi.
- il fatto che non si è arrivati ad una diagnosi precisa, lascia aperte alcune ipotesi di displasie ossee. Quelle che potevano sembrare le più probabili (ho ovviamente rimosso i nomi, ma si tratta di malattie genetiche molto brutte) sono per lui non così avvicinabili al nostro caso in quanto mancano alcune altre caratteristiche nel piccolino. Ma vanno comunque prese in considerazione.
- oltre alla sospetta displasia ossea, potrebbero esserci anche problemi ortopedici di mancata calcificazione, demiralizzazione, plasticità eccessiva delle ossa.
- quindi lui e gli altri medici del pool hanno pensato che sarebbe il caso di programmare un taglio cesareo per evitare qualsiasi tipo di sofferenza del piccolo o eventuale frattura durante le manovre ostetriche

E CHE CAZZO.
In un secondo siamo tornati nei brutti pensieri ai quali abbiamo aggiunto (A 3 settimane dalla nascita di Acino) la possibilità di non farlo nascere naturalmente.
E CHE CAZZO
Delusione. Molta. Il parto naturale era probabilmente il fattore normalizzante di questa gravidanza. ERa tutta la parte che hanno tutti. Era la fine dell'attesa, l'impegno per la nascita, l'apice, il climax, la copartecipazione di mamma e papà, era il parto, il "portare al di là" con le nostre forze.
Alla delusione si aggiunga il fatto che, non essendo il nostro, un caso da parto cesareo, dobbiamo scegliere noi. Possiamo pensarci e dirglielo lunedì.
E CHE CAZZO.

L'eco va bene, lui sempre un po' stortarello e indietro ma le ossa lunghe sono cresciute ancora. Bene. Non ci resta che vederlo. Ma ormai, nei nostri pensieri c'è ora questa novità del cesareo che non avevamo assolutamente preso in considerazione.

Usciamo pensierosi. Subentrano ovviamente tutte quelle forme di diffidenza e perplessità che oggi mi sembra addirrittura irrispettoso nei confronti di FAbio riportare, ma che sono inevitabili pensieri. (quanto l'ospedale guadagna di pù con un cesareo, quanto è ormai diventato un intervento quasi di consuetudine, quanto ripara il medico da impicci che porterebbero a beghe se succedesse qualcosa, quanto è meglio interventire "tanto ormai lo si fa quasi di prassi",  quanto i medici non sono in grado di tenere in considerazione l'importanza emotiva, ancestrale, profonda e intima che può avere il parto naturale per due genitori).

La nonna di Torino dà il primo saggio consiglio: fate passare qualche ora prima di decidere. servirà.
Lui mi dà il secondo saggio consiglio: parla con una tua amica di cui ti fidi e che sa cosa vuol dire.
Sento così Lucia, che mai come in questi mesi si è rivelata angelo custode, amica che mi consoce dal profondo, e sento mia sorella, amica di sangue unita dall'indissulibile legame di una mamma fantastica in comune.
Parliamo io e lui.

Passa qualche ora (e qualche lacrima) e diventa naturalmente ovvio che è se per il bene e per la salute di acino, faremo anche questo passo in più-
Il suo bene arriva prima della nostra voglia di darlo al mondo secondo natura.

A questo punto che nasca, perchè da là dentro le prove che ci sta facendo affrontare sono sufficienti. E vediamolo Acinoduva, viviamolo; basta ipotesi, illazioni, decisioni da prendere, incertezze. Comodo stare lì, immersi nel tepore di una pancia di mamma, a sentire suoni ovattati, vedere luci soffuse, mangiare, bere, rigirarsi, spingere e scalciare senza prendere decisioni. Si unisca quindi alla nostra vita. siamo pronti a condividere tutti noi stessi con lui e a diventare più forti in tre!

La giornata si chiude con un messaggio del mio unico amico, Maxi, che mi colma il cuore di gioia e mi conferma che sarò una futura mamma fortunata che avrà al suo fianco l'amore vero e gli amici che davvero contanto.

Il day 12 è di nuovo una passeggiata.

1 commento:

Exmodus ha detto...

Penso che tu sia fantastica...o forse lo è Acino...o forse, la presenza del tuo compagno...ma molto probabilmente, è la miscela di tutti e tre messi insieme.
Faccio il tifo per voi!!!!