lunedì 21 febbraio 2011

La voracità

Alle 22, guardando “Cortesie per gli ospiti” mi è venuta l’acquolina (non in senso figurato) vedendo un gruppo di persone che dopo una cena toscana si bevevano un ammazzacaffè versato da una bottiglia ancora brinata di congelatore. Mmm. Cosa darei….

Sono le 23. Ho divorato 3 michette. Delle quali l’ultima spalmata alternativamente con miele di tiglio e di castagno.
E non è che ho saltato la cena. No.
E non è che mi senta appagata. No.

So che in cucina c’è la povera quarta michetta rimasta sola e davanti a me i due barattolini di miele sono ancora li aperti, un po’ per pigrizia, un po’ per dire a me stessa in modo subdolo e astuto che non è ancora ora di ritirarsi.


E’ un bene infine che siano finite tutte le tisane della buonanotte. Camomilla, Camomilla e finocchio, misto relax, melissa ed erbe di montagna. E’ un bene perché stasera sarei in grado di neutralizzarne drammaticamente i benefici salutari, pucciando nell’ordine:

- Un avanzo di chiacchiere comprate ieri e divorate come aperitivo (ma forse me le sono già mangiate a colazione...)

- I biscottini al latte che trovo all’esselunga, quelli divisi in monoporzioni di 4 biscotti

- Le utlime due bugie ripiene di crema alla vaniglia


Masticando uno stantio avanzo di cracker trovato nel portapane vuoto, mi soffermo sulla motivazione di questa voracità serale e concludo che:


- Quando manca così poco al lieto evento, la scusante sono incinta della quale hai già abusato negli ultimi nove mesi, (anche per compensare alla moderazione imposta sul fronte alcol), diventa sono incinta ancora per una settimana. Questa non indifferente variazione temporale, comporta l’improvviso realizzare che fra pochissimo dovrai concentrarti inesorabilmente e quotidianamente per un lunghissimo periodo al recupero di una forma che forse non tornerà mai. Non essendo più una bambina hai la perfetta consapevolezza dello sbatti che questo sforzo comporterà: sarà importante e faticosissimo. Essendo un’inguaribile edonista buongustaia (che tende a somigliare sempre più a Peter Griffin), al posto di pensare “mi porto avanti”, semplicemente agisci ingozzandoti per questi ultimi giorni. Fine della prima motivazione.


- Ore 17. Messaggio in segreteria lasciato alle ore 14.30 : “La preghiamo di richiamare al numero XXX per comunicazioni amministrative dal San Raffaele”.
Usti.
Fanno prima a richiamarmi loro. Le comunicazioni amministrative sono i dettagli per il ricovero. Giorno, ora, reparto, specifiche varie sul cesareo.
Ci siamo.
Mai come oggi, ora sto realizzando che ci siamo.
Ci siamo (come starà?) Lo vedremo (Come sarà?) Sta arrivando (Come si chiamerà?).


Nervosismo + trepidazione = ricerca di sfogo.
Ricerca di sfogo + donna incinta = cibo.
Cibo il giorno prima di fare la spesa= 3 michette con doppio miele alle 22, dopo due etti e mezzo di pasta (Almeno) non ancora digeriti.
Fine della seconda motivazione.


Pensandoci bene, entrambe le motivazioni possono essere considerate valide, anzi lo sono e si sommano. E allora ci sta anche che io vada in cucina a prendere la michetta rimasta sola. E magari anche quei biscottini al latte…tanto sono monoporzione.

1 commento:

Exmodus ha detto...

Uuurca! E la frutta secca fra uno strato di miele e l'altro....dove l'hai lasciata???
Slurp che bontà!
Questa "voracità" come la chiami tu, potrebbe essere un'esigenza del tuo fisico, e anche del piccolo Acino, per lo sforzo (indipendentemente dal tipo di parto) che si dovrà fare fra qualche giorno?...ora?...minuto?...bho!

Comunque, pane e miele, sono una vera delizia...anche i miei nipotini ne vanno pazzi!