domenica 8 agosto 2010

Da seme di mela ad acino d’uva.

Sembra che la dimensione ora sia quella di un acino d’uva. Mi garba parecchio questo nuovo modo di nominarlo.

L’acino d’uva è la fonte del nettare della vita che ha connotato più che mai gli ultimi anni della mia, di vita, della nostra. Essenziale essenza pregiata che accompagna le nostre cene e i nostri pranzi domenicali, le nostre chiacchiere, invettive e discussioni, Il nostro conoscerci ogni giorno ancora un po’, il vino ti fa scavare di più nell’anima. Ti mette in quella condizione in cui basta davvero pochissimo per stare da Dio. O di merda.


Ironia della sorte, proprio ora che per mesi del nettare sacro ne vedrò solo un bicchiere ogni tanto (contiene ferro quindi si può bere), e quindi proprio ora che sacrifico il nettare della vita in nome della vita (paradosso nel paradosso), quella vita da proteggere prende la dimensione del frutto fonte del nettare della vita.


Se lo chiamassi Dioniso?

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