domenica 8 agosto 2010

l’orologio biologico fa Tic Tac.

Appartengo a quella categoria di “donne” che hanno superato i 35, hanno una relazione piuttosto giovane ma stabile, si sono sentite diagnosticare da circa 15 ginecologi diversi le note ovaie multipolicistiche che al quattordicesimo medico sono diventate multi follicolari. Che hanno chiesto la differenza tra le due diagnosi e hanno capito che non c’è differenza, ma che hanno fin da subito dedotto che forse qualche problemino ci sarebbe stato.

Appartengo a quella categoria di “donne” che hanno avuto una relazione stabile ultradecennale e che si sono sentite dire quasi al dodicesimo anno che ormai avevano una certa età e che anche l’orologio biologico fa tic tac e bisogna muoversi. E che si sono rese conto proprio nel mentre, che se mai l’orologio biologico avesse dato l’ok e avesse superato l’ostacolo cistico o follicolare, non sarebbero state convinte che l’uomo che le aveva avvisate che bisognava concentrarsi per procreare fosse l’uomo giusto.


Appartengo quindi a quella categoria di donne che a 34 anni hanno scelto di cambiare vita. Avendo ovviamente già pronta, cotta e mangiata una riserva degna dei migliori stereotipi del caso: più giovane di 5 anni, piuttosto scapestrato, decisamente edonista, creativo, misterioso e quindi molto interessante, potenzialmente un proprio fratello con cui esercitare quotidianamente l’incesto e scoprire che quando scopare e fare l’amore coincidono è davvero una figata.

Lui è il papà. Figo.


Il bello è che quando con lui era ancora “tutto impossibile” era ancora “cistiamocoinvolgendotroppo/nonpossofareamenoditemanonpotròmaicambiarlamiavita/ facciamolafinita”, probabilmente alla prima o alla seconda notte passata non a dormire in un letto a una piazza e mezza in una casa di ex studenti, ci siamo detti che avremmo fatto un figlio volentieri. Anche in quel momento.


E da li due anni di ciupiti, ammazzacaffè, cene spettacolarmente deliranti e litiganti, viaggi di un giorno o di un mese, follie, notti in bianco, week end in casa e fuori casa, vita in comune, lavoro in comune, drink sul marciapiede o nei più lussuosi hotel, complicità allo stato puro. Vita. Figo.

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