domenica 8 agosto 2010

La terapia e il seme di mela.

E poi la terapia per arrivare a farlo quel figlio della prima notte, 6 mesi di eco, monitoraggi, dottoresse che con una tabella in mano ti dicono che devi trombare quel giorno. Tu trombi (e comunque avresti trombato, e quindi cominci a chiederti perché devi dare 400 € ad una che ti dice che devi fare quello che faresti gratis) e poi aspetti e poi niente, e poi di nuovo un mese via l’altro per 4 tentativi; poi ti dicono che l’orologio biologico fa tic tac e quindi sarebbe il caso di pilotare ancora più scientificamente il miracolo della vita. E allora ti dici: va bhè è primavera, pensiamoci a settembre, concentriamoci sul secondo sogno: mollare la vita che facciamo, anche questa tipico stereotipo urbano di stress manageriale e smog e fretta e corri e non c’è tempo neanche per vedere mia mamma che sta a due passi da me, che palle. E il caso ci fa trovare una casa in campagna che costa come un posto macchina a Milano, l’offerta è accettata, l’anticipo versato. Il viaggio inizia e in quel momento non sai che è iniziato anche un altro viaggio: quello di un seme di mela che sta tentando di trovar posto dentro te. Ecco il miracolo della vita-

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